Alla fine dell’undicesima tappa ritroveremo il mare, quello dello splendido Golfo di Policastro. Partendo da Casaletto Spartano (o dalla vicinissima frazione Battaglia) si prosegue verso Tortorella, centro abbarbicato su di un formidabile costone (I Rupazzi) sovrastante il Rio Casaletto. Alla piccola rotonda sotto il paese, prendete la strada, più stretta, che scende sulla destra. Questo percorso, in gran parte in discesa, attraversa lunghi tratti boscosi fino ad arrivare ad un incrocio tra diverse strade. Alla destra rispetto a quella con indicazione Villammare (segnata con un grosso blocco cementizio) vi è un’altra discesa più stretta, che, dopo circa 2km, s’innesterà sulla SP210, non prima però di avervi offerto qualche scorcio sul mare del Golfo. All’innesto, proseguite diritto (direzione sud) per circa 600mt fino ad un secondo innesto. Qui si può decidere di continuare sempre avanti e arrivare direttamente sulla costa, attraversando prima Vibonati, bel paese adagiato su di un crinale ricoperto da uno degli ultimi boschi di sughero. La Via più Silente è però quella che svolta a destra in direzione Santa Marina. Il percorso scende quindi verso Policastro Bussentino e in molti scorci appare il lontananza il Monte Bulgheria, dal brullo profilo apparentemente piramidale. A Policastro si passa davanti all’ex Cattedrale dell’Assunta e si scorgono i resti delle fortificazioni bizantine. Passati sotto la ferrovia, si prosegue in direzione di Scario. Questo piccolo borgo marinaro è tra i più belli e rinomati del Cilento, caratterizzato in particolare dal porto con la chiesa dell’Immacolata. Conviene fare una sosta qui, all’ombra dello slanciato campanile o arrivare nei pressi del faro dall’altra parte del paese, prima di riprendere il cammino che risale notevolmente lungo un tratto di ben 7 km, fino al paesino di Bosco. Il paese è noto per l’eccidio della popolazione locale ordinato dal generale Del Carretto durante la repressione borbonica del 1828 che sancì anche la soppressione del comune (oggi è frazione di S.Giovanni a Piro). A ricordo di questa strage, l’esule spagnolo José Ortega dipinse 196 maioliche all’ingresso del paese. A Bosco l’artista, allievo di Picasso, visse vent’anni e la sua dimora in piazza Santa Rosalia oggi è una Casa-Museo, aperta tutti i giorni dal 15 Giugno al 15 settembre (nei restanti mesi occorre prenotare). Si lascia Bosco e si torna indietro al bivio, per riprendere a destra la SS562 sino al paese di tappa, San Giovanni a Piro, ormai a pochi chilometri. Il centro è sorto presumibilmente per mano di profughi di Policastro in fuga dall’attacco saraceno del 915. Nei dintorni si trovano i resti dell’importante Cenobio di S.Giovanni Battista, fondato nel 990 in località Ceraseto da monaci italo-greci. Notevole inoltre il Santuario della Pietrasanta, posto su di un costone roccioso, a circa 2 Km dal centro abitato. Furono, molto probabilmente i monaci del vicino Cenobio a scolpire, verso il 1200, sulla monolitica punta del monte Piccotta, la statua della Madonna, formando un solo corpo con la nicchia incavata nella pietra. Per chi volesse trattenersi qui più di un giorno, dal paese un sentiero conduce verso la cima del monte Bulgheria (m 1215) mentre un’altro bellissimo percorso vi porterà sull’incantevole spiaggetta del Marcellino. Se invece avete fretta di ripartire prendetevi almeno il tempo di un saluto al Golfo di Policastro dallo splendido belvedere di Ciolandrea. Nelle giornate più terse di qui è chiaramente visibile il Cristo di Maratea e si può addirittura scorgere la sagoma dello Stromboli nelle isole Eolie.