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Tappa 3 : Vatolla / Trentinara

Da Vatolla la terza tappa procede per Mercato Cilento; da qui, tramite un lungo sterrato che parte dal Convento del Carmine, si arriva a Rocca Cilento, dominato dalla fortezza angioino-aragonese. Quindi si scende a Torchiara, bel centro adagiato su di un panoramico crinale e si prosegue sulla Statale 18 fino a quando, ancor prima di raggiungere Ogliastro Cilento, una stradina sulla destra vi condurrà al paesino di Finocchito e di qui prima a Monte Cicerale e poi a Cicerale. Infine, la tappa si conclude a Trentinara, superando Cicerale.

Mercato Cilento era un tempo importante crocevia per chi percorreva il territorio del Monte Stella. Nel paesino s’imbocca una traversa che conduce dinanzi al notevole convento del Carmine, fondato nel XV sec. Da qui parte un interessante percorso che segue il crinale, con vedute sia verso l’interno che verso il mare. La strada lambisce il fitto bosco della Selva di S.Francesco e giunge infine in vista dello scenografico castello, cui è legato il nome del sottostante paesino di Rocca Cilento. Le prime informazioni su questa località si trovano in un manoscritto del 1110 in cui si riporta la decisione di Guglielmo Sanseverino di spostare la sede della Baronia del Cilento dalla fortezza sulla cima del monte Stella, alla collina di Rocca. Il Castello costituisce uno dei monumenti più caratteristici del paesaggio del Cilento, adagiato sulla cima di un poggio a 635 m di quota. Il suo aspetto attuale è frutto di molti rimaneggiamenti che hanno praticamente cancellato le strutture normanne, con l’abbassamento delle torri e apertura di finestre. Lasciando Rocca Cilento sulla strada si costeggia l’antico Convento di San Francesco, fondato nel 1417 da san Bernardino da Siena con l’aiuto di alcune famiglie nobili del posto. La struttura fu ampliata a partire dal 1565 e nel 1640 divenne casa di noviziato e tale restò fino al 1727. Il chiostro si caratterizza per i singolari sostegni del portico, che presentano degli evidenti fuori piombo. Interessante era il sistema di rifornimento idrico del convento, che ricorreva ad una serie di canalette in muratura che convogliavano l’acqua dalla vicina selva di S.Francesco sino a delle cisterne. Proprio sul piazzale antistante il complesso ancora si svolgono le due storiche fiere, quella di San Francesco e quella delle Palme. Da Torchiara, il cui nome deriverebbe dal latino Turris Clara, in riferimento ad una delle torri fondate in zona dai Longobardi, si prosegue per 3,5 km sulla SS18, fino a quando, una panoramica stradina sulla destra, vi condurrà fino al piccolissimo paese di Finocchito. Fermatevi a riposare sulla piazzetta antistante la chiesa, qui il silenzio regna sovrano. Lasciato Finocchito si prosegue in direzione di Cicerale. Le prime notizie su Cicerale si ritrovano su un documento del 1461. L’origine del toponimo deriva dall’espressione latina Terra quae cicera alit, cioè “terra che nutre i ceci”. A tutela di queto prodotto, riconosciuto come P.A.T. dalla regione Campania, dal 2009 opera l’associazione “Ciceralit”, che ha elaborato il disciplinare di produzione dei ceci locali. Il paese celebra il legume con una sagra nella seconda metà del mese di agosto.

Questa terza tappa lambisce l’invaso più grande dell’intero territorio del Cilento e del Vallo di Diano: la Diga dell’Alento. Attorno alla diga sorge l’Oasi Fiume Alento, sito di Importanza Comunitaria, che copre un territorio di 3024 ettari ed è il luogo ideale per gli appassionati di birdwatching. Nei numerosi laghetti a valle dell’invaso infatti, è possibile osservare specie come il Germano Reale, lo Svasso Maggiore, l’Alzavola, l’Airone Cenerino o il più raro Martin Pescatore. Nelle acque del Fiume Alento che di qui prosegue la sua corsa verso la foce è stata inoltre avvistata più volte la Lontra europea. Nell’Oasi è possibile sostare: la struttura offre vitto e alloggio al visitatore che vorrà trattenersi per qualche giorno. Per visitare l’Oasi, superati Mercato Cilento, Rocca Cilento e Torchiara, bisognerà dirigersi verso Prignano Cilento continuando sulla SP113 fino a raggiungere l’Invaso. Si potrà poi raggiungere Trentinara affrontando una delle più dure salite dell’intero percorso.